Palazzo Marino

Originariamente adibito ad ospitare la ricca famiglia Marino, voluto dal capostipite Tommaso Marino, fu progettato e costruito negli anni dal 1557 al 1563 su lotti di terreno comprati dal commerciante genovese.

Una leggenda priva di fondamento vuole che il palazzo fosse voluto dal conte Marino per ospitarvi la moglie, la bella Bettina Doria, di famiglia genovese e strettamente imparentata con Andrea Doria, (Oneglia, 30 novembre 1466- Genova, 25 novembre 1560), grande ammiraglio e uomo politico della Repubblica di Genova.

Progettato dall'architetto perugino Galeazzo Alessi, chiamato a Milano proprio dal Marino, il palazzo si orientava verso l'attuale piazza facciata San Fedele (disegno del Bianconi).

Molti scultori della Fabbrica del Duomo furono mobilitati per gli intagli del palazzo. I milanesi erano generalmente molto critici rispetto al grandioso progetto del Marino. Quando nel 1560 aveva infatti ottenuto il permesso di aprire una nuova strada che partiva dall'ingresso principale del palazzo sull'attuale via Marino (allora contrada di San Simplicianino) e giungeva fino a Piazza Mercanti, il malcontento popolare fece bloccare il progetto.

La costruzione del palazzo continuò con uno stile comparabile a quello delle più ricche corti dell'intera cristianità: nel cortile del palazzo furono raffigurate le Fatiche di Ercole e le Metamorfosi di Ovidio. Il Salone d'onore (quello che oggi chiamiamo Salone dell'Alessi) aveva dipinto sul soffitto le Nozze di Amore e Psiche nel convito degli Dei e aveva realizzato gli stucchi sempre con storie di Amore e Psiche. Agli angoli del soffitto Aurelio Busso aveva dipinto le Quattro Stagioni. Sotto il cornicione le Muse, Bacco, Apollo e Mercurio affrescati da Ottavio Semino, alternate con bassorilievi con le storie di Perseo. Sugli ingressi erano stati collocati i busti di Marte e Minerva.

Alla morte del patriarca, la grande prosperità della famiglia subisce numerose e profonde crisi che portano fino al pignoramento del palazzo da parte dell'autorità cittadina. Dopo aver tentato di vendere il palazzo, lo stato cerca invano di venderlo e finisce per adibirlo ai servizi pubblici.
Stemma della famiglia Marino all'interno del cortile del Palazzo

Il palazzo continua a deperire e nel 1626 vengono tolte le balaustre sovrastanti il cornicione perché pericolanti. Nel 1632 lo Stato, che stava affrontando la "famosa" peste, riesce a vendere il palazzo agli eredi del grande banchiere Carlo Omodei. Gli Omodei non abiteranno mai il palazzo che continua ad essere chiamato "dei Marino". Al piano terreno continuano a svolgersi attività di carattere fiscale (gabelle e dazi), mentre il piano nobile viene di volta in volta affittato a personaggi illustri.[7]

Il palazzo continua sempre ad avere una sua funzione fiscale. Nel 1772, con la riforma fiscale di Maria Teresa d'Asburgo, arrivarono a svolgere i compiti fiscali i Fermieri e nel 1781, con l'abolizione della Ferma generale voluta da Pietro Verri, è lo stesso Verri ad adoperarsi perché il palazzo venga acquistato dallo Stato come sede dei nuovi uffici finanziari e fiscali.

L'acquisto da parte dello stato avvenne il 14 luglio 1781 per la somma di 250.000 lire. L'acquisto permise una serie di restauri e il completamento della facciata verso via Caserotte, condotta seguendo lo stile originale dell'Alessi ma con la supervisione del Piermarini, che stava operando in quella zona diversi interventi. Nel palazzo vanno quindi a collocarsi la Regia Camera dei Conti, la Regia Intendenza Generale, la Tesoreria, il Dazio Grande con i suoi uffici e la Cassa imperiale del Banco di Vienna.

Durante il Regno d'Italia napoleonico cambiano i nomi dei responsabili, ma gli uffici restano con le stesse funzioni. Trovano sede nel palazzo il Ministero delle Finanze, il pubblico Tesoro e la Dogana.

Durante la Restaurazione al primo piano c'erano i locali della corte, al piano terreno la dogana e gli uffici della liquidazione, della tesoreria e della cassa centrale.

Nel 1848, dopo le Cinque giornate di Milano, il Palazzo per pochi mesi interrompe il proprio utilizzo burocratico e diviene sede del Governo provvisorio della Lombardia. Appena liberata la Lombardia dagli austriaci, nel 1859, il palazzo passa dalla proprietà dello stato a quella del comune tramite una permuta tra Stato e Comune tra il palazzo del Broletto Novissimo e Palazzo Marino.

Il 19 settembre 1861 Palazzo Marino diventa ufficialmente sede del Comune, mentre le funzioni fiscali fino ad allora presenti nel palazzo si trasferiscono nel palazzo del Broletto, dove si trovano tuttora.

Un curiosità: lo stesso Marino volle ed ordinò la costruzione di una villa sontuosa nel contado milanese, sulle rive del Naviglio Grande di Gaggiano. Tale villa, oggi abitazione privata, fu un desiderio della moglie che, alla vista del canale in uno dei suoi tratti più belli, si commosse ripensando alla natìa Venezia.

Come arrivare:
Metropolitana
La stazione della metropolitana più vicina è DUOMO (Linea 1 e Linea 2).
Uscite in superficie seguendo le indicazioni per Piazza Duomo. Una volta in superficie attraversate Galeria Vittorio Emanuele, usciti dalla galleria troverete Palazzo Marino alla vostra destra.
In alternativa potete scendere alla fermata MONTENAPOLEONE (Linea 3), percorrete Via Alessandro Manzoni per 600 metri e arriverete in Piazza della Scala. Palazzo Marino si trova proprio di fronte al Teatro alla Scala.

Treno
- DA MILANO PORTA GARIBALDI: prendete la metroplitana Linea 2 (Verde) in direzione Abbiategrasso/Assago Forum e scendete a Cadorna. Da qui prendete la Linea 1 (Rossa) in direzione SESTO FS e scendete a DUOMO.
- DA MILANO CADORNA: prendete la metropolitana Linea 1 (Rossa) in direzione SESTO FS e scendete a DUOMO.
- DA MILANO CENTRALE: prendete la metropolitana Linea 3 (Gialla) in direzione SAN DONATO e scendete a DUOMO.
- DA MILANO PORTA GENOVA: prendete la metropolitana Linea 2 (Verde) in direzione Cologno/Gessate e scendete a CADORNA. Da qui prendete la Linea 1 (Rossa) in direzione SESTO FS e scendete a DUOMO.

In auto
Palazzo Marino si trova in pieno centro storico, vi sconsigliamo quindi di raggiungerlo in auto. Vi consigliamo di lasciare l’automobile in uno dei capolinea della metropolitana e di raggiungere Palazzo Marino seguendo le indicazioni sovrastanti.



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