Museo Archeologico Nazionale del Melfese "Massimo Pallottino"

Il Museo Archeologico Nazionale del Melfese è ubicato nel castello normanno-svevo di Melfi, su due piani delle sale restaurate.
Il Museo custodisce testimonianze archeologiche rinvenute nella zona del Vulture, riguardanti le popolazioni indigene della preistoria, dei periodi dauno, sannita, romano, bizantino e normanno.

Si tratta principalmente di corredi funerari di VII-III sec. a.C., caratterizzati, per le fasi più antiche, da raffinate ceramiche daunie a decorazione geometrica, da armature in bronzo, da preziosi ornamenti in argento, oro e ambra, e da vasi in bronzo di produzione sia greca che etrusca.

Di grande rilevanza anche la collezione artistica del genovese Andrea Doria, nominato signore di Melfi nel 1531 dal sovrano aragonese Carlo V. Nel castello, divenuto sua dimora, fece portare da Genova i suoi dipinti, raffiguranti soggetti sacri, allegorie, ritratti di principi, scene di battaglia, paesaggi e fiori.

Sarcofago di RapollaIl reperto più importante del museo è il cosiddetto Sarcofago di Rapolla, proveniente dall'Asia Minore e risalente al II secolo d.C. sul cui coperchio è raffigurata la defunta "dormiente". Sulle lastre del sarcofago sono rappresentati, all'interno di nicchie, dei ed eroi romani, a testimoniare le figure mitiche di riferimento della famiglia aristocratica cui apparteneva la donna.

Il Castello

Il Castello che ospita il Museo Archeologico Nazionale del Melfese è costituito dal primitivo impianto normanno, ampliato con l’aggiunta di torri e di corpi di fabbrica minori nei successivi periodi svevo (ad esempio la Torre detta “Marcangione” e la grande Cisterna sotto il cortile posteriore), angioino (ambienti circostanti la “Sala del trono”, Torre Pentagonale e Fossato) ed aragonese. A partire dal periodo rinascimentale ha assunto sempre più il carattere di una residenza, secondo le esigenze della famiglia Doria, cui era stato ceduto dalla corte spagnola di Napoli, che lo ha posseduto fino alla metà del XX secolo (1954).

Istituito nel 1976 come Museo del territorio, è oggi articolato su due piani delle restaurate sale del Corpo Centrale. Qui i ricchissimi rinvenimenti tombali e i materiali di abitato sono esposti secondo un allestimento cronologico e territoriale con approfondimenti tematici che restituiscono al visitatore un quadro completo della realtà antica.

Orari di apertura: lunedì, 14.00-20.00; martedì-domenica, 9.00-20.00

Giorni di chiusura: 1 gennaio, 1 maggio, 25 dicembre



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