Dipinti napoletani del Sei e Settecento dal Veneto

Questo evento si è tenuto nel passato

La mostra intende portare l’attenzione sulla fortuna del barocco napoletano, seguendo le tappe della progressiva affermazione degli artisti napoletani nell’area veneta. Sulla scorta degli ultimi studi sul collezionismo veneto, che attraverso la rilettura degli inventari delle famiglie nobili hanno portato a riscoprire l’interesse di collezionisti e committenti per i maggiori interpreti del barocco attivi in ambito meridionale, vengono ripercorse le fasi di intensificazione dei rapporti tra Napoli e Venezia, che misero in moto un fruttuoso interscambio, favorito anche dalla mediazione di figure autorevoli, come il Giogalli e il Samueli, i quali contribuirono a potenziare il mercato dell’arte tra Nord e Sud, secondo quanto testimoniato dalle fonti.

I dipinti esposti, provenienti dai principali musei del Veneto e da collezioni private, consentono di verificare sia l’apporto dei pittori napoletani alla trasformazione del linguaggio artistico, con riferimento alle fasi nodali del rinnovamento pittorico, sia la trasformazione del gusto della committenza veneta, maturato tra Sei e Settecento.

Viene dato risalto al protagonismo lagunare di Luca Giordano, da un lato in riferimento alla sua permanenza a Venezia, ma soprattutto riguardo al costante rapporto intrattenuto con i collezionisti veneti dagli inizi della sua attività fino al suo trasferimento in Spagna.

Il percorso espositivo consente di porre l’accento non solo sulle scelte operate dall’artista, inizialmente rivolte alla riproposta dell’esempio del Ribera in chiave tenebristica, ma anche di riesaminarne gli sviluppi in relazione alle proposte di Mattia Preti e di Francesco Solimena: specie in considerazione del processo di trasformazione dal Barocco all’Arcadia. L’affermazione del Solimena nel Veneto ha offerto occasione per riproporre il profilo dell’artista in merito alle sue proposte innovative, anche sul piano dell’iconografia profana, che nel determinare il successo dell’artista nel collezionismo veneto, gli aprirono la strada ad una risonanza di ambito europeo.

Un ruolo significativo ricopre all’interno della mostra la figura di Paolo De Matteis, la cui riscoperta nell’area padovana ha consentito di riesaminarne l’apporto soprattutto al confronto dei due massimi esponenti del barocco napoletano.



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