Castello di Lagopesole - Le orecchie dell’imperatore

Secondo le leggende della valle di Vitalba Federico I Barbarossa, in vecchiaia, si ritirò nel castello di Lagopesole, afflitto da una deformità congenita che lo costringeva a nascondere delle orecchie allungate e appuntite sotto una fluente capigliatura.

Affinché nulla trapelasse di questa imbarazzante situazione, i barbieri chiamati nella sua dimora e incaricati di raderlo, al momento di lasciare il castello incappavano in un apposito e letale trabocchetto approntato in una torre alla fine di un lungo corridoio.
La tradizione racconta che un giovane barbiere, forse più furbo degli altri, riuscì a sfuggire all’agguato mortale, e ad aver salva la vita a patto che non avesse fatto parola riguardo alla deformità dell’imperatore.

La promessa venne mantenuta, ma solo in parte: il barbiere ci teneva alla pelle, forse anche a mantenere la parola data, ma cercava uno sfogo per quel segreto straordinario. Lo trovò in un luogo isolato delle campagne di Lagopesole, scavando una profonda buca nel terreno, e gridandovi a squarciagola la storia che nessuno doveva conoscere.
Dopo qualche tempo, in quel luogo, crebbero delle canne che, agitate dal vento, rimandavano il segreto dell’imperatore ai quattro angoli della terra come una canzone: “Federico Barbarossa tène l’orecchie all’asinà a a a a ...”! Sono le parole di  un famoso ritornello ripreso in tanti canti popolari di questa zona.

Chi non crede alle storie soffiate nel vento, può sempre accontentarsi di osservare la mensola in forma di testa maschile scolpita sul donjon del castello sopra il suo ingresso: è una testa coronata, con due grandi orecchie a punta in bella vista, in cui la tradizione riconosce ancora una volta il nonno di Federico II.



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