Giovanni Segantini (1858-1899), uno dei più grandi artisti europei di fine Ottocento, ebbe in Milano una vera e propria patria dello spirito, una città di riferimento per tutta la sua breve vita. Anche a seguito del trasferimento nei Grigioni, infatti, Milano continuerà a restare il fulcro della parabola segantiniana e piazza favorita per l’esposizione delle sue opere.

Il suo avventuroso pellegrinaggio dai colli della Brianza alle creste granitiche dell’Engadina narra la storia straordinaria della creatività culturale che si sviluppò nelle valli tra l’Italia e la Svizzera all’inizio del secolo scorso.

Prodotta da Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale e Skira editore in collaborazione con Fondazione Antonio Mazzotta la mostra partecipa a Milano Cuore d’Europa, il palinsesto culturale dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano dedicato all’identità europea della nostra città.

Nell’anno che precede l’Expo, la mostra è una straordinaria celebrazione della “milanesità” dell’artista: un’intera sezione è dedicata proprio agli esordi milanesi del pittore, che con il suo ingresso all’Accademia di Brera diede il via a un promettente e fecondo percorso artistico. Pittoreschi scorci dei Navigli rievocano lo splendore della Milano di fine Ottocento.

Non mancano sezioni dedicate alla natura morta e al ritratto. Costume grigionese, La mia Famiglia, Ritratto della Signora Torelli e alcuni autoritratti, non sono in mostra solo per permettere allo spettatore di ripercorrere i legami affettivi dell’artista, ma soprattutto per testimoniare la sua indubbia potenza di ritrattista.

Immancabile, poi, il percorso dedicato a Natura e vita nei campi. Un nutrito numero di quadri, tra i quali possiamo citare i bellissimi Sul balcone e L’ultima fatica del giorno, esalta il ruolo della montagna nella sua opera pittorica, che offre in mostra uno spaccato del paesaggio alpino, con le sue scene di vita nei campi, i suoi costumi caratteristici e una peculiare rappresentazione della società contadina.

La sezione Natura e Simbolo, nella quale si possono ammirare i celeberrimi Mezzogiorno sulle Alpi e La raffigurazione della Primavera, esplora il dualismo iconografico caro a Segantini: una fusione tra i due opposti che determina la ricchezza del suo linguaggio.

Infine, a ideale conclusione del percorso della mostra, una sezione dedicata al tema della maternità ospita L’Angelo della vita e Pascoli di primavera, capolavori delle istituzioni milanesi: la Galleria d’Arte Moderna e la Pinacoteca di Brera.

Una nutrita raccolta di lavori provenienti da numerose e importanti istituzioni museali europee e statunitensi, a cominciare dal Museo Segantini di St. Moritz, che si fa testimone, attraverso il cammino artistico, della stessa vita del maestro: dall’infanzia trascorsa nella vivace metropoli post-unitaria, al trasferimento sulle Alpi svizzere, uno degli ultimi, incontaminati, paradisi naturalistici.