Rita D’Emilio e Gianluigi Mancini

Questo evento si è tenuto nel passato

Una mostra ricca ed articolata dedicata alle opere di Rita D'Emilio e Gianluigi Mancini per conoscere due artisti dal linguaggio espressivo lontanissimo, legati tuttavia dal filo rosso della pulizia formale, del gusto per il simbolo che costruisce reti di rimandi letterari o che si propone come elemento archetipico, emergente dall'onirico altrimenti razionalmente intraducibile. I grandi quadri di Rita D'Emilio raccontano, con la forza del colore, la forza delle eroine fermate sulla tela in una plasticità che richiama il Manierismo, il Futurismo, Tamara de Lempicka, le ceramiche di Castelli, Michetti, l'irruente espressività romantica: tutta questa sovrabbondante e variegata ricchezza di stimoli è fusa fino a formare uno stile personale, originale e suggestivo.  La sincerità genuina del sentimento artistico della pittrice emerge soprattutto nelle opere dedicate all'Abruzzo, opere in cui si legge l'amore per la tradizione e la storia della propria terra insieme alla spinta innovativa e tecnologica che fa dell'Abruzzo una regione europea immersa nella “storia” contemporanea.

Altro approccio di lettura richiedono le raffinate opere di Gianluigi Mancini: si tratta di disegni realizzati a china, disegni che aprono scorci di realtà parallele in cui tutto è forma, anche lo spazio che erroneamente riteniamo vuoto contenitore di oggetti. E' così che, in geometria strutturale, tra linee di forza e labirinti suggestivi, vivono pesci, cavalli, uomini, uccelli che intersecano il loro divenire sonoro con l'essere silenzioso dell'analisi razionale. Il movimento, lasciato splendidamente integro nel suo slancio vitale, è posto sotto il lucidissimo controllo della razionalità che traduce in pulite geometrie ogni evento. Ciò che attira l'attenzione è in primis l'uso severo, meticoloso, “disciplinato” del gesto grafico; ciò che commuove è il movimento delle emozioni accesse dalle situazioni simboliche, spaziali, oniriche, inquietanti, situazioni che richiedono all'osservatore non solo partecipazione empatica ma sopratutto l'impegno filosofico a meditare per comprendere e per “comprendersi”.

Una mostra ricca ed articolata dedicata alle opere di Rita D'Emilio e Gianluigi Mancini per conoscere due artisti dal linguaggio espressivo lontanissimo, legati tuttavia dal filo rosso della pulizia formale, del gusto per il simbolo che costruisce reti di rimandi letterari o che si propone come elemento archetipico, emergente dall'onirico altrimenti razionalmente intraducibile. I grandi quadri di Rita D'Emilio raccontano, con la forza del colore, la forza delle eroine fermate sulla tela in una plasticità che richiama il Manierismo, il Futurismo, Tamara de Lempicka, le ceramiche di Castelli, Michetti, l'irruente espressività romantica: tutta questa sovrabbondante e variegata ricchezza di stimoli è fusa fino a formare uno stile personale, originale e suggestivo.  La sincerità genuina del sentimento artistico della pittrice emerge soprattutto nelle opere dedicate all'Abruzzo, opere in cui si legge l'amore per la tradizione e la storia della propria terra insieme alla spinta innovativa e tecnologica che fa dell'Abruzzo una regione europea immersa nella “storia” contemporanea.

Altro approccio di lettura richiedono le raffinate opere di Gianluigi Mancini: si tratta di disegni realizzati a china, disegni che aprono scorci di realtà parallele in cui tutto è forma, anche lo spazio che erroneamente riteniamo vuoto contenitore di oggetti. E' così che, in geometria strutturale, tra linee di forza e labirinti suggestivi, vivono pesci, cavalli, uomini, uccelli che intersecano il loro divenire sonoro con l'essere silenzioso dell'analisi razionale. Il movimento, lasciato splendidamente integro nel suo slancio vitale, è posto sotto il lucidissimo controllo della razionalità che traduce in pulite geometrie ogni evento. Ciò che attira l'attenzione è in primis l'uso severo, meticoloso, “disciplinato” del gesto grafico; ciò che commuove è il movimento delle emozioni accesse dalle situazioni simboliche, spaziali, oniriche, inquietanti, situazioni che richiedono all'osservatore non solo partecipazione empatica ma sopratutto l'impegno filosofico a meditare per comprendere e per “comprendersi”.

Orari:
10:30 / 12:30 - 17:00 / 19:00:
10:30 / 12:30 - 17:00 / 19:00



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